I nostri contatti: Tel. 0422 303171 | info@pitv.it
Prendiamo in esame più dettagliatamente ciascuno di questi punti.
1. POSSEDERE ALMENO TRE COPIE DEI DATI
Per tre copie si intende che, oltre al backup primario, è necessario dotarsi di almeno due ulteriori backup.
Vi chiederete, perché non basta un solo backup?
Immaginate di conservare i dati sul dispositivo n° 1 e il loro backup sul dispositivo n° 2. Se per esempio le probabilità di guastarsi del primo dispositivo sono 1 su 100 (e lo stesso vale per il secondo dispositivo), la probabilità che entrambi i dispositivi si guastino contemporaneamente è la seguente:
1/100 * 1/100 = 1/10.000
Ciò significa che se i dati si trovano sul dispositivo n° 1 e i due backup rispettivamente sui dispositivi n° 2 e 3, nel caso in cui tutti i dispositivi presentino le stesse caratteristiche e nessuna causa di guasto comune, la probabilità che tutti e tre i dispositivi si guastino contemporaneamente è la seguente:
1/100 * 1/100 * 1/100 = 1/1.000.000
Ecco perché avendo più copie dei dati si riduce il rischio di perdere i dati in caso di disastro. In breve, se i dati hanno un’importanza critica, si consiglia fortemente di avere almeno due copie di backup.
2. CONSERVARE LE COPIE SU DUE SUPPORTI DIVERSI (IN LUOGHI DIVERSI)
Nella precedente sezione abbiamo presupposto che non vi fossero cause di guasto comuni per i dispositivi su cui sono conservati i dati.
Questo requisito non può essere soddisfatto se si salvano, nella stessa locazione i dati e il loro backup (come per esempio i dischi di uno stesso sistema NAS), non essendo questi statisticamente indipendenti.
In aggiunta, a livello statistico non è raro che dopo il guasto di un disco se ne guasti pressoché in contemporanea un altro contenuto nello stesso dispositivo di storage, in quanto appartenenti alla stessa partita di produzione e aventi lo stesso stato di usura.
Ecco perché la regola 3-2-1 prevede che si conservino copie dei dati almeno su due tipologie di storage diversi, ad esempio un disco rigido interno e un supporto rimovibile esterno (come per esempio dischi rigidi esterni, unità USB, RDX, DVD ), oppure su due dischi rigidi situati presso due sedi diverse.
3. CONSERVARE UNA COPIA DEL BACKUP OFF-SITE
La separazione fisica tra le copie dei dati è essenziale. Non è una buona idea conservare il dispositivo di backup esterno nella stessa stanza, o zona, dello storage di produzione. In caso di incendio, furto o qualunque situazione già analizzata in questo articolo si perderebbero tutti i dati. Per le piccole imprese o per gli utenti privati senza sedi remote in cui archiviare copie dei dati (per esempio in formato RDX), un’opzione interessante è senz’altro rappresentata dalla conservazione dei backup nel cloud.
La regola 3-2-1-0 backup
La regola 3-2-1 è generica ed applicabile a tutti i tipi di dati, siano essi personali o aziendali, così come a tutti i tipi di ambienti o dispositivi (fisici e virtuali). Ad oggi questo non è più sufficiente. Quando si esegue il backup di ambienti Mission Critical (come i server) questa regola deve diventare la “regola 3-2-1-0 backup”, dove 0 significa “0 errori” durante la verifica automatica della ripristinabilità del backup, garantendone di fatto l’effettiva possibilità di ripristino.
Come controllare che tutto funzioni?
E voi, applicate la regola del "3-2-1 Backup" nel vostro ambiente?
Punto Informatico Srl - Via Trieste 89, 31020 Villorba TV
C.F. - P.IVA 03204990265 - Ufficio delle imprese di TV - REA 227660 - Capitale sociale e quota versata € 10.400,00
Telefono: +39 0422 303171 - e-mail: info@pitv.it - PEC: pec@pec.pitv.it