La legge di Bilancio 2023 rifinanzia la misura prevista dalla Legge Nuova Sabatini e ne proroga i termini per gli investimenti in macchinari, hardware e software.
La Legge di Bilancio 2023 del 29 dicembre 2022, n. 197, che indica le previsione di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2023 ed è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 303, aumenta le risorse stanziate per la “Nuova Sabatini”.
I principali interventi della Legge a sostegno delle piccole e medie imprese italiane sono contenuti nei due commi 414 e il 415 dell’articolo 1.
Il comma 414 in particolare prevede un aumento delle somme stanziate per la cosiddetta Nuova Sabatini che riconosce finanziamenti a tasso agevolato e contributi a favore delle micro, piccole e medie imprese che investono in macchinari, impianti, beni strumentali e attrezzature.
La Nuova Sabatini quindi sembra avere ancora vita lunga grazie alla Manovra di Bilancio 2023 che ha trovato quindi nuove risorse per complessivi 150 milioni di euro da destinare a questa misura di favore per le imprese.
Che benefici comporta la Nuova Sabatini?
Il beneficio che si concretizza con la Nuova Sabatini è la possibilità per le micro, piccole e medie imprese di ottenere finanziamenti agevolati da destinare all’acquisto di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa, attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo, ma anche hardware, software, tecnologie digitali.
L’art. 2, comma 1, del D.L. n. 69/2013 (Nuova Sabatini) offre anche la possibilità di ottenere contributi ministeriali a copertura parziale degli interessi sul finanziamento ottenuto.
Oltre a nuovi fondi, la Manovra allunga anche i tempi entro cui concludere l’investimento. Il comma 415 della Legge di Bilancio 2023 infatti proroga di ulteriori sei mesi il termine di dodici mesi per l’ultimazione degli investimenti, previsto dai decreti attuativi adottati, ai sensi dell’articolo 2, comma 5, del decreto legge n. 69 del 2013, con riferimento alle iniziative assunte con contratto di finanziamento stipulato dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023.
Chi sono i destinatari dei contributi stanziati?
Destinatarie degli interventi sono le micro e PMI, per la cui definizione si rinvia all’articolo 2 dell’allegato alla Raccomandazione della Commissione n. 2003/361/CE, del 6 maggio 2003, secondo cui appartengono a tale categoria:
- la categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro;
- nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un’impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro;
- nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro.
Alla data di presentazione della domanda, l’impresa deve:
- essere regolarmente costituita e iscritta nel Registro delle imprese o nel Registro delle imprese di pesca;
- essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti;
- non essere in liquidazione volontaria o sottoposta a procedure concorsuali con finalità liquidatoria;
- non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o incompatibili dalla Commissione Europea;
- non trovarsi in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà;
- avere sede legale o una unità locale in Italia; per le imprese non residenti nel territorio italiano il possesso di una unità locale in Italia deve essere dimostrato in sede di presentazione della richiesta di erogazione del contributo.
L’obiettivo è quello di sostenere la crescita della competitività del sistema produttivo. In base al comma 2, i finanziamenti sono concessi fino all’esaurimento delle risorse disponibili.
Spese e investimenti che possono essere finanziati
Investimenti in immobilizzazioni materiali per:
- “impianti e macchinari”
- “attrezzature industriali e commerciali”
- “altri beni”, ossia spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’art. 2424 del Codice civile, come declamati nel Principio contabile n.16 dell’OIC (Organismo italiano di contabilità).
Ammessi al finanziamento anche:
- software,
- tecnologie digitali.
In ogni caso deve trattarsi di beni “nuovi”.
A chi rivolgersi per ottenere i finanziamenti agevolati:
Pero ottenere i finanziamenti agevolati previsti dalla normativa è necessario rivolgersi:
- alle banche
- ad intermediari finanziari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing finanziario
- ad altri intermediari finanziari iscritti all’apposito albo previsto dall’articolo 106, comma 1, del decreto legislativo n. 385 del 1993 (Testo unico bancario – TUB), che da statuto operano nei confronti delle piccole e medie imprese, purché garantiti da banche aderenti alla convenzione MIMIT-Associazione bancaria italiana (ABI)-Cassa depositi e prestiti S.p.A. (CDP) di cui al comma 7.
Si tenga presente che:
- l’investimento può essere interamente coperto dal finanziamento bancario (o leasing)
- il finanziamento, che può essere assistito dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” (istituito dall’art. 2, comma 100, lett. a, della Legge n. 662/1996) fino all’80% dell’ammontare del finanziamento stesso, deve essere:
- di durata non superiore a 5 anni;
- di importo compreso tra 20.000 euro e 4 milioni di euro;
- interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili;
Il contributo del Ministero è un contributo in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al:
- 2,75% per gli investimenti ordinari;
- 3,575% per gli investimenti 4.0;
- 3,575% per gli investimenti green, ossia quelli a basso impatto ambientale (in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio 2023).
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