DAD e Smart working hanno aumentato la domanda ma anche i costi di trasporto sono aumentati per rispettare i protocolli e i lockdown.
2020 e 2021 sono anni di grandi cambiamenti nella vita di tutti noi.
Ci siamo dovuti dotare di dispositivi per lavorare da casa e per far studiare a distanza i nostri figli. Sono stati anni in cui uno dei problemi principali è stata la connessione WiFi!
Il passaggio al lavoro da casa e alla didattica a distanza durante la pandemia ha portato una forte crescita della domanda di computer portatili e non, in tutto il mondo.
Dopo anni di saturazione del mercato, la richiesta di Computer e notebook ha ora incrementi a due cifre e questo andamento si stima continuerà anche per il prossimo anno.
Per soddisfare la crescente domanda di PC, i produttori hanno ampliato i loro fornitori di componentistica e accelerato il ritmo di lavoro presentando anche modelli potenziati per il prossimo anno. Ma tutto questo non è stato sufficiente perché sono comunque in ritardo di mesi sull’evasione degli ordini ancora in sospeso.
La crisi mondiale dei microchip, cos'è e perché mina la ripresa economica post Covid.
Decine di fabbriche anche in Italia si stanno fermando per la carenza di componenti elettronici: manca la materia prima e più precisamente i microchip.
La produzione mondiale di microchip ha registrato ordini record nel primo trimestre e non riesce a stare al passo con la richiesta anche per la carenza delle materie prime che hanno gravi problemi di trasporto a causa del lockdown.
Lockdown e fermi doganali impediscono alle merci di circolare. Le fabbriche stesse di semiconduttori sono rimaste chiuse per mesi, hanno fermato la produzione delle loro merci e causato, loro malgrado, ulteriori ritardi e disagi. Anche ora che il ritmo produttivo sembra essersi leggermente ripreso, continuiamo ad assistere ad una penuria nelle materie prime e semilavorati e ad un costante aumento dei costi di spedizione che sono addirittura praticamente quadruplicati, raggiungendo cifre da record.
Ci sono poi altre cause che hanno portato all’insorgenza dell’attuale crisi dei semiconduttori:
- è aumentata la richiesta di dispositivi elettronici di intrattenimento (consolle, schede video, processori ad oggi quasi introvabili sul mercato);
- è aumentata la richiesta di componentistica dalla elevata capacità computazionale per le attività di mining di criptovalute, anche se in minore quantità rispetto ai fattori sinora esposti;
- viene data priorità da parte dell’industria dei chip verso settori a maggior valore aggiunto come quello dell’elettronica di consumo, ma anche maggiormente redditizi;
- non vengono tenute scorte sufficienti nella filiera di produzione, in particolare nel settore automotive, che lavora su richiesta, senza fare scorte. Inoltre, la maggior parte delle scorte è stata destinata a prodotti dal maggior profitto, come le auto elettriche o le auto di fascia alta;
- la produzione dei semiconduttori è particolarmente complessa e i tempi di consegna possono arrivare anche a 26 settimane;
- la produzione non è diversificata nel mondo ma è situata prevalentemente in Cina (TSMC) e Corea del Sud (Samsung);
- ci sono stati inoltre problemi di natura logistica: gli spedizionieri fanno partire i mercantili quando hanno la certezza di avere il carico pieno, soprattutto ora che sono aumentati i costi dei noli marittimi.
Concludendo, la pandemia da Covid-19 ha inciso fortemente anche sul mercato di PC, notebook e, in generale, dispositivi informatici e ci fa trovare prodotti a prezzi più elevati rispetto a prima. Questo fenomeno non ci deve portare a ridurre i nostri standard qualitativi ma ad investire in modo strategico sfruttando le iniziative a livello governativo come il
credito d’imposta e gli altri contributi messi a disposizione.