Piano Transizione 5.0: tutte le regole per ottenere il credito d’imposta

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Le agevolazioni fiscali, i soggetti beneficiari e gli investimenti ammissibili per le imprese che riducono i loro consumi energetici.

Introduzione al piano transizione 5.0

Il Piano Nazionale Transizione 5.0 è un’iniziativa del Governo italiano che ha come obiettivo promuovere il passaggio dei processi produttivi aziendali verso un modello più moderno, efficiente, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili. Si tratta di una misura che supporta sia la transizione digitale delle imprese sia quella energetica, dato che il focus è sugli investimenti che portano a una riduzione dei consumi di energia delle strutture produttive. Di fatto, un provvedimento ancora più ambizioso del Piano Transizione 4.0, che prevedeva incentivi per l’acquisto di beni strumentali volti all’innovazione tecnologica.

Il concetto di Transizione 5.0 si riferisce quindi a un nuovo modello di sviluppo economico che mette insieme una visione green, ovvero un impegno verso l’ambiente e le politiche di sostenibilità, e l’adozione diffusa delle tecnologie digitali. Un percorso di innovazione doppia, digitale e sostenibile, a cui le imprese sono chiamate a rispondere anche grazie ai fondi stanziati con entrambi i provvedimenti, che tuttavia non sono cumulabili tra loro.

Il Piano Transizione 5.0 è entrato in vigore con la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo 2024 e a breve dovrebbero essere pubblicati i relativi decreti attuativi da parte del MIMIT e del MEF, tra cui quelli relativi alla trasmissione di comunicazioni e certificazioni per l’accesso al credito d’imposta.

Transizione 5.0: nuovi crediti d’imposta per gli investimenti aziendali

Le risorse stanziate per il Piano Nazionale Transizione 5.0 ammontano a 6,3 miliardi di euro, suddivisi in 3,78 miliardi destinati agli investimenti in beni strumentali, 1,89 miliardi per l’autoconsumo e la produzione autonoma di energia da fonti rinnovabili e 630 milioni per la formazione.

Il sostegno offerto consiste in un credito d’imposta riconosciuto a tutte le “organizzazioni stabili con sede in Italia e dalle imprese residenti nel nostro Paese”, che realizzeranno nel biennio 2024-2025 “nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici”, indipendentemente dalla loro forma giuridica, settore di attività, dimensione o regime fiscale

Gli investimenti ammissibili a ricevere gli incentivi comprendono i beni strumentali sia materiali che immateriali già previsti dal piano Transizione 4.0 elencati negli allegati A e B della legge n. 232/2016 a cui si aggiungono anche le applicazioni di monitoraggio dei consumi energetici e dell’efficienza energetica e gli ERP, ma solo se acquistati congiuntamente ai precedenti.

Inclusi nei beni che beneficiano del credito d’imposta Transizione 5.0 ci sono dunque anche:

  • i software, sistemi, piattaforme o applicazioni per l’intelligenza degli impianti che facilitano il monitoraggio continuo e la visualizzazione dell’energia consumata e prodotta autonomamente, o che implementano meccanismi di efficienza energetica attraverso l’analisi di dati raccolti anche da sensori IoT di campo (Energy Dashboarding);
  • i software ERP per la gestione aziendale, purché acquistati insieme ai software, sistemi o piattaforme sopra descritti;
  • la formazione del personale, anche se in misura non superiore alla quota corrispondente al 10% dell’investimento totale (e nel limite massimo di 300.000 euro) volte a sviluppare o migliorare le competenze tecnologiche per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. Questa formazione deve essere gestita da enti esterni all’azienda, specificamente designati mediante un decreto del Mimit.

L’accesso ai crediti d’imposta Transizione 5.0 sarà concesso solo se gli investimenti realizzati permetteranno di ottenere una riduzione effettiva dei consumi energetici dell’unità produttiva di almeno il 3%, valore che sale al 5% se l’investimento riguarda un processo specifico anziché l’intera struttura.

Credito d’imposta Transizione 5.0, un bonus per i beni strumentali definito in base al valore degli investimenti

Riprendendo in parte la struttura del precedente piano Transizione 4.0, il nuovo sistema di incentivi per le imprese è tarato sull’importo degli investimenti effettuati, ma sarà differenziato anche in relazione al risparmio energetico ipotizzato.

Nel dettaglio, il credito d’imposta 5.0 applicabile sarà:

  • al 35% del costo, per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • al 15% per gli investimenti che superano i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • al 5% per gli investimenti che eccedono i 10 milioni di euro e fino a un limite massimo di 50 milioni di euro di costi annui ammissibili per ciascuna impresa beneficiaria.

Il valore del credito d’imposta si incrementa nel caso in cui si verifichi una riduzione dei consumi energetici oltre gli standard minimi del 3 o 5 percento. Specificatamente, le aliquote aumentano rispettivamente al:

  • 40%, 20% e 10%, se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sul territorio nazionale supera il 6%, o, in alternativa, se la riduzione dei consumi energetici dei processi coinvolti dall’investimento supera il 10%;
  • 45%, 25% e 15%, se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva sul territorio nazionale supera il 10%, o, in alternativa, se la riduzione dei consumi energetici dei processi coinvolti dall’investimento supera il 15%.

Il limite massimo di costi ammissibili è fissato a 50 milioni di euro per anno. Per calcolare la riduzione dei consumi energetici, si deve fare riferimento ai consumi registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio degli investimenti, escludendo le variazioni di volume produttivo e le condizioni esterne che possono influenzarli.

I criteri specifici per le aziende di nuova costituzione saranno delineati in un apposito decreto attuativo a cura di MIMIT, MEF e MASE.

Comunicazione al GSE per l’accesso agli investimenti industria 5.0

Per richiedere il bonus, le imprese devono presentare in via telematica una domanda tramite il modello fornito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), allegando la documentazione specificata nell’articolo 38, comma 11 della legge 232/2016 e una descrizione del progetto con una stima dei costi totali.

Dopo la verifica dei documenti, il GSE invierà al Mimit l’elenco delle aziende qualificate per l’agevolazione, indicando l’ammontare del credito riservato. Inoltre, le imprese sono tenute ad aggiornare regolarmente il GSE sull’avanzamento dell’investimento, secondo quanto verrà stabilito da un futuro decreto attuativo.

Dopo il completamento dell’investimento, è obbligatorio inviare una comunicazione finale al GSE, i cui dati saranno condivisi con l’Agenzia delle Entrate assieme all’importo del credito d’imposta richiesto da ciascun beneficiario. Questo passaggio è essenziale per sbloccare l’utilizzo del credito d’imposta in compensazione da parte dell’impresa beneficiaria.

Qualora non vengano rispettate queste procedure, l’impresa rischia di perdere il diritto al beneficio. La comunicazione finale deve includere le certificazioni di valutatori indipendenti, emesse secondo i criteri e le modalità che saranno definiti in un decreto del MIMIT.

La certificazione deve confermare sia:

  • ex ante, la riduzione dei consumi energetici attesa dagli investimenti nei beni;
  • ex post, la reale esecuzione degli investimenti in conformità con quanto previsto dalla certificazione iniziale.

Per le piccole e medie imprese, le spese sostenute per l’invio della comunicazione finale, inclusi i costi per le certificazioni obbligatorie, saranno riconosciute con un incremento del credito d’imposta fino a un massimo di 10.000 euro.

Crescita delle PMI grazie al piano Transizione 5.0

Da sempre le PMI sono al centro del tessuto economico italiano e ora saranno le protagoniste della strategia di transizione digitale ed energetica, con specifiche agevolazioni e incentivi pensati per integrarle pienamente nell’agenda dell’industria 5.0. Questi incentivi hanno lo scopo di ridurre il carico finanziario degli investimenti in tecnologia avanzata, migliorare l’efficienza energetica, diminuire i costi operativi e aumentare la conformità normativa. Inoltre, supportano l’innovazione, aiutando le PMI a rimanere competitive in un mercato che valorizza sempre più la sostenibilità.

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Gli incentivi del Piano Transizione 5.0 per le aziende italiane

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Ultimo aggiornamento: Novembre 2022.